“Fino a quando in un
venerdì sera di novembre il Circolone sarà così pieno, così rumoroso, così
molesto, l’ultima band di rock’n’roll sarà sempre in giro, non si fermerà mai e
non metterà mai la parola fine”. Le parole di Lorenzo Semprini usate per introdurre The last rock’n’roll band rendono perfettamente l’idea di cosa sia
successo al Circolone di Legnano in
occasione del concerto dei riminesi Miami
& The Groovers tenutosi nell’ambito della rassegna Americana. Gli appuntamenti del ciclo sono diventati una piacevole
abitudine per tutti gli amanti della musica d’oltre oceano che questa volta
sono stati testimoni di una travolgente rock’n’roll
night. Come era lecito aspettarsi, questa tappa del Good things tour ha portato in città uno dei più intensi show dal
vivo cui è possibile assistere in Italia e l’attesa del folto pubblico, che ha
accolto con grande entusiasmo la band, è stata ripagata con un set di due ore e
mezza, adreanlinico e tiratissimo, che ha letteralmente conquistato tutti i
presenti.
E’ possibile cambiare il mondo? Cosa si può fare per
migliorare la realtà che ci circonda e, soprattutto, quali mezzi abbiamo a
disposizione? Questi semplici interrogativi sicuramente ce li siamo già posti. Anche
se non è sempre facile trovare le risposte giuste, non per questo dobbiamo
scoraggiarci. Cominciamo dalle cose più semplici, dai piccoli gesti quotidiani,
dalla nostra predisposizione d’animo. E’ questo il punto di partenza, credere
in noi stessi, credere nelle cose che facciamo, credere nei nostri sogni. “Give me your dreams, I can change your life,
I’ll build your new day, people can be better than they are, if you believe it”.
Il secondo disco della cantautrice genovese Ila è una risposta sincera e spontanea
a questi quesiti. Colmo di energia positiva, ha la leggerezza di un bicchiere
di acqua fresca, fa pensare all’innocenza di un bambino che guarda le cose
lasciandosi meravigliare da esse “Quando
ero bambino ero in pace con il mondo, e giocavo a girotondo, quando ero bambino
ero capace di creare, adesso provo
ancora a volare”. Forse è questo il segreto, lo abbiamo sotto gli
occhi, “The meaning of life is
everywhere, and you can choose the way
you wanna be”.
I Cheap Wine in quindici anni di carriera hanno compiuto passi da gigante. Si sono costruiti nel tempo una solida reputazione, basata su un’intensa attività live e sull’integrità della loro proposta. Sono artisti veri, non scendono a compromessi e si autoproducono con estrema professionalità. Possono contare su una grande credibilità, raggiunta con passione e determinazione, che li ha fatti diventare uno dei gruppi di punta del rock italiano, definizione tra l’altro limitativa, visto che non sfigurano assolutamente accanto ai più bei nomi della scena americana. A tre anni dal precendente lavoro in studio e dopo l’acclamato Stay alive, sanguigna testimonianza dei loro strepitosi concerti, la band dei fratelli Diamantini firma un album stupendo, senza ombra di dubbio il migliore dei nove finora pubblicati, ultimo di una serie in progressione continua. Naturale evoluzione della direzione già intrapresa da Spirits, che vedeva ridotta la componente elettrica a favore di momenti acustici ricchi di trame strumentali, Based on lies conferma la bontà di questa scelta. Ci troviamo perciò di fronte ad un raffinato rock d’autore in cui i testi giocano un ruolo di primo piano, decisamente cinematografici nel restituire immagini molto vivide delle storie raccontate, e la musica trova il giusto equilibrio tra ballate desertiche, ritmi swinganti e tipici anthem rock’n’roll.