sabato 15 novembre 2014

La Rosa Tatuata – Scarpe (2014 – Club De Musique / IRD)

Come la madeleine inzuppata nel tè fece riaffiorare in Proust i ricordi dell’infanzia, così l’audiocassetta raffigurata in copertina ha risvegliato in me i bei tempi andati (ogni riferimento ad un brano del disco non è assolutamente casuale) quando, con fare carbonaro, facevamo girare tra amici le registrazioni fruscianti degli LP che non riuscivamo ad acquistare. L’era digitale ha spazzato via questo modo di fruire la musica ed al posto delle mitiche C60 ci dobbiamo ora accontentare di playlist immateriali e della musica liquida che toglie gran parte del piacere al rituale dell’ascolto. Un fascino perduto che la praticità delle moderne tecnologie non è più in grado di riprodurre. Anche la concisa precisione del titolo rimanda alla fisicità di un modo particolarmente intenso di intendere il rock, materia viva e pulsante, e anticipa lo spirito dei testi che si sporcano di vita e si calano nella realtà per gustarne il sapore, come chi calpesta l’asfalto profumato di pioggia dopo un temporale e percorre sentieri al confine di terre segnate da carcasse arrugginite, lambite da un vento tiepido, impregnato di sale, che corre veloce. Titolo e copertina dicono quindi già molto del contenuto e fanno intuire che il cammino del gruppo inizi da lontano e i suoi membri abbiano molto da raccontare. 

La storia de La Rosa Tatuata parte infatti nel 1992 quando il gruppo comincia a calpestare i palchi genovesi, ed attraversa oltre vent’anni di rock indipendente. Anni vissuti da protagonisti con cinque album pubblicati e le collaborazioni eccellenti con artisti del calibro di Massimo Bubola, Paolo Bonfanti e i Gang, per non dire dei tanti concerti aperti per Willy DeVille, Dan Stuart e i Modena City Ramblers. Non è passata invano la lunga attesa che ci separa dalla pubblicazione di Caino, l’album che nel 2006 fruttò loro grandi consensi critici e fece man bassa di riconoscimenti con l’assegnazione di premi prestigiosi tra cui il MEI e la Targa Argento SIAE. Giorgio Ravera (voce e chitarra), Massimiliano Di Fraia (batteria), Nicola Bruno (basso), Massimo Olivieri (chitarra), Filippo Sarti (sax) e Andrea Manuelli (tastiere) tornano più in forma che mai con questo nuovo progetto discografico che riassume il patrimonio umano e il bagaglio d’esperienza accumulati nel corso della loro lunga militanza sulla scena musicale italiana. Nel solco di altri esempi illustri si sono ritirati in un vecchio cascinale nel basso piemonte (chissà se anche lui dipinto di rosa come lo scantinato di West Saugerties) e hanno registrato Scarpe in pochissimi giorni, con l’intento (riuscito) di conservare intatta l’urgenza espressiva e il fascino della presa diretta, una sorta di Nebraska elettrico che ritocchi e sovraincisioni avrebbero potuto guastare.

Nessun commento:

Posta un commento