sabato 15 novembre 2014

Lucinda Williams - Down where the spirit meets the bone (2014 - Highway 20 Records)

Quando tutto brucia in fretta e la folle corsa all’inseguimento dell’ultima novità attira nella sua trappola il povero ascoltatore bombardato da una copiosa messe di uscite, la scelta di pubblicare un corposo doppio album potrebbe sembrare azzardata e intimorire con la sua pressante richiesta di attenzione. Se la velocità regna ormai incontrastata in ogni nostra attività, rivendicare calma e ponderazione diventa un atto coraggioso e trasgressivo. Allora forza! Prendetevi il tempo necessario e immergetevi in questo disco come fareste con un buon romanzo: la lettura vi conquisterà pagina dopo pagina a tal punto da desiderare che la storia non abbia mai fine.

La Williams (e qui veniamo a uno dei punti nodali delle sue qualità artistiche) ha in dono un vero talento da narratrice, semplice e diretta nella scrittura e molto profonda nello sguardo rivolto ai suoi personaggi, talento che solo i grandi possono dire di avere. Cita spesso tra le sue principali fonti d’ispirazione la grande scrittrice americana Flannery O’Connor, maestra del Gotico Sudista, il cui insegnamento le è stato sicuramente prezioso nello scavo psicologico di una umanità dolente, tormentata da affanni e disillusioni, ritratta nelle tinte oscure di una spiritualità in cerca di riscatto. Secondo la O’Connor il racconto è una forma narrativa in cui contano solo le azioni, i pensieri, l’ambiente in cui si muovono i protagonisti, senza bisogno di alcun intervento diretto dell’autore, che si deve limitare alla mera esposizione dei fatti; così facendo, il racconto diventa un’unità drammatica autosufficiente, recante in sé il suo significato. L’arte del songwriting ha un’arma in più: unisce la musica alla forza delle parole e, quando coglie nel segno, ha effetti sorprendenti. Un risultato che Lucinda Williams ottiene facilmente con questa stupefacente raccolta di canzoni, toccando la vetta più alta della sua carriera, già ricca di soddisfazioni e di opere di notevole valore che l’hanno proiettata ai vertici della canzone d’autore americana. Down where the spirit meets the bone è il suo disco più importante e con esso si guadagna di diritto il titolo di miglior rockeuse in circolazione!

L’anima si incarna in quel mistero chiamato uomo, il cuore trafitto reclama giustizia e compassione. Compassione, ecco la parola chiave! Un segno misterioso del non detto, del non visto, sentimento da offrire anche a chi non lo chiede. I versi del poeta Miller Williams, padre di Lucinda, da lei trasposti in musica, aprono questo fantastico viaggio e danno senso compiuto al resto del racconto, illuminandolo di una spiritualità carnale molto sentita e partecipata dall’autrice che si esibisce in una prova vocale di grande forza ed effetto. La voce sofferta, roca, malinconica, accompagnata dalla sola chitarra acustica, rende alla perfezione la volontà della Williams di farsi portavoce del dolore altrui sublimando la pietas rivolta a tutti gli uomini, indistintamente. Le parole del padre le devono stare molto a cuore se già alcune righe del poema erano state riportate sulla copertina di West, l’album più vicino a quest’ultimo nel tenore generale, in cui aveva affrontato lo smarrimento conseguente alla perdita della madre. “They still remain my only companion, Loyal and true to the very end, They’ll never ever completely abandon, Ever give up the paper and the pen.” Così cantava in Words e le parole sono riemerse in superficie ed hanno trovato la via attraverso il canto.





Track List:

Compassion
Protection
Burning Bridges
East side of town
West Memphis
Cold day in hell
Foolishness
Wrong number
Stand right by each other
It’s gonna rain
Something wicked this way comes
Big mess
When I look at the world
Walk on
Temporary nature (of any precious thing)
Everything but the truth
This old heartache
Stowaway in your heart
One more day
Magnolia

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